- I protagonisti: Laura Boella
- Filosofia e Neuroscienza
- Il comportamento pro-sociale e politica
I Protagonisti: Laura Boella
Fonte: http://dipartimento.filosofia.unimi.it/index.php/laura-boella |
Laura Boella nata a Cuneo nel 1949, è professoressa ordinaria di Filosofia morale presso l'Università degli Studi di Milano. Ha frequentato il Liceo Classico “Silvio Pellico” di Cuneo ed è stata allieva del Collegio Medico-Giuridico della Scuola Normale Superiore di Pisa laureandosi in Giurisprudenza con una tesi in Filosofia del diritto.
Le sue pubblicazioni riguardano innanzitutto il marxismo critico e la filosofia dell’utopia, visti nel contesto della filosofia classica tedesca, dello storicismo e delle scienze della cultura, nonché della fenomenologia e della filosofia dell’esistenza. Si è anche dedicata allo studio del pensiero femminile del Novecento, in particolare delle opere di Hannah Arendt. In questo ambito di studiha sviluppato temi importanti quali le relazioni intersoggettive, i sentimenti di simpatia, empatia ed emozione. Fa parte della redazione della rivista “Aut-Aut”, rivista trimestrale che si occupa di filosofia, edita dal Saggiatore. Tra i numerosi lavori di traduzione e cura di testi, oltre a quelli di Hannah Arendt, significativi sono quelli che hanno contribuito all’introduzione in Italia del pensiero della “Scuola di Budapest”. Ha curato l’edizione italiana dei principali scritti di Ernst Bloch degli anni Trenta (Tracce, Milano, Coliseum, 1989; poi Garzanti, Milano, 2006; Eredità del nostro tempo, Milano, Il Saggiatore, 1992) e introdotto alcune opere di Max Scheler, Simone Weil e Jeanne Hersh.
Si è anche occupata di neuroetica. Tra le sue recenti pubblicazioni possiamo annoverare: Sentire l’altro. Conoscere e praticare l’empatia, Raffaello Cortina, Milano 2006.
Per avere più informazioni sulla professoressa Boella visitate il suo profilo dell'Università degli Studi di Milano: http://dipartimento.filosofia.unimi.it/index.php/laura-boella
I
Filosofia e Neuroscienze
All'interno della pagina empatia e autismo,
si è cercato di approfondire il tema della funzione empatica dell'uomo,
che sembra ricollegarsi al funzionamento dei neuroni specchio, e come
il malfunzionamento di questi ultimi sia la possibile causa di alcune
forme di autismo.
Il
tema dell'empatia non ha attirato solo l'interesse di studiosi di
neuroscienze, bensì ha suscitato anche l'interesse dei filosofi. Questo
perché la scoperta dei neuroni specchio tocca un tema centrale del
pensiero contemporaneo: cioè la convinzione che il legame
intersoggettivo sia essenziale sia per l'individuo sia per la più ampia
società.
La
ricerca che riguarda la percezione, non solo come semplice insieme di
elementi acquisiti con i sensi, ma anche come dialogo dell'uomo con il
mondo esterno (vedi fenomenologia francese, ad es: Maurice
Merleau-Ponty), si è quindi ispirata e ricontestualizzata alla luce
della scoperta di Rizzolatti.
Tuttavia
secondo la filosofa Laura Boella la filosofia attuale sta utilizzando
il concetto di neuroni specchio come un termine-ombrello, ovvero come un
concetto al quale si collegano una costellazioni di fenomeni svariati.
Inoltre
c'è il rischio che sia la scienza sia la filosofia, impazienti di
ottenere risposte a considerevoli fenomeni ancora inspiegabili, si
rifacciano con superficialità e incuranza ai neuroni a specchio, senza
tener conto della “controversia” in atto sulla loro esistenza.
La
stessa Boella ha sviluppato una sua teoria riguardo all'empatia,
considerandola come un'esperienza autonoma: prima di condividere, ad
esempio, il dolore con l'altra persona occorre riconoscere quest'ultima
come altro rispetto al ricevente. I primi fenomenologi consideravano
questa capacità come riconducibile al “mondo della vita” ovvero al mondo
di relazioni in cui le persone sono inserite, mentre secondo la Boella
questa capacità ha una radice biologica-organica, che risiede appunto
nell'attivazione dei neuroni specchio.
Tuttavia
l'attivazione dei mirror sarebbe solo l'inizio dell'esperienza
empatica, che per proseguire deve vedere l'intervento di mediazioni tra
il sè e l'altro e il potenziamento della relazione instaurata.
Inoltre
l'interpretazione dei sistemi mirror come "empatia allargata" è stata
influenzata dal dibattito sulla Thoery of Mind (ToM). Per Teoria della
Mente si intende l'abilità di capire gli stati mentali altrui. Durante
l'infanzia si sviluppa la capacità di attribuire stati interni,
conoscenze, desideri e credenze agli altri (in modo più o meno preciso e
più o meno in profondità) e grazie ad essa si possono prevedere i
comportamenti di chi ci circonda. Ultimamente la discussione dei teorici
della ToM si è incentrata sul meccanismo non cognitivistico di
"simulazione" che permetterebbe la comprensione dell'intenzione altrui.
Pertanto
risulta chiaro il legame fra piano empirico e piano normativo, ossia
fra scienza e filosofia. I neuroscienziati utilizzano molti concetti
provenienti da diverse aree filosofiche mentre, come si è visto, i
filosofi cercano una base empirica solida per sviluppare teorie
cognitive, sociale e morali.
Fonti:
http://www.crescita-personale.it/il-pensiero/2275/sviluppo-teoria-della-mente/658/a
Il
comportamento pro-sociale e politica
Fonte: http://www.iovalgo.com/comportamento-prosociale-altruismo-empatia-11067.html |
L'attivazione
dei neuroni specchio rappresenta il modo per percepire le emozioni
altrui, quindi porta l'individuo che percepisce ad agire in base alla
“partecipazione empatica”.
Questo
comportamento bio-sociale, si sviluppa ad un livello che precede la
comunicazione linguistica e che orienta il comportamento individuale
che è alla basa del comportamento sociale.
L'uomo
è un animale sociale e per vivere necessità di interazioni sociali.
Uno dei meccanismi fondamentali dell'interazione sociale è
l'imitazione, che come sappiamo è spiegata con l'attivazione dei
mirror.
Ma
se allora un uomo attraverso la “ partecipazione empatica”
percepisce il dolore di un altro significativo, perchè si
relazionerebbere negativamente con esso? Perchè allora i bulli sono
tali se riescono a “sentire” la sofferenza altrui? Perchè non
tutti attuano un comportamento pro-sociale?
I
neuroni specchio “non sentono”. Anche se questi, grazie al
meccanismo di simulazione, ci fanno comprendere ciò che l'altro
prova, non è detto che questo implichi l'impossibilità di usare
violenza verso di lui. Infatti dobbiamo tenere presente che
l'empatizzare e simpatizzare sono due processi distinti. Infatti, per
esempio, se vedo il mio avversario gioire, io posso comprenderne la
sua felicità grazie alla “partecipazione empatica” senza
tuttavia condividere quel sentimento, ma più probabilmente in me ne
deriverà un sentimento negativo.
Secondo
M. Iacoboni (insegna alla Facoltà di Medicina dell’Università della California a Los
Angeles, dove dirige anche il Laboratorio di stimolazione magnetica
transcranica) nel suo saggio “I neuroni a specchio. Come capiamo
ciò che fanno gli altri”, affinchè ci sia un comportamento
pro-sociale non basta solamente la funzione biologica di empatia
dell'uomo ma occorre anche educarlo alle competenze sociali e civiche
che la società richiede. La scuola pertantoè il luogo istituzionale
dove l'uomo viene educato al benessere, al rispetto degli altri
affinchè il comprendere l'emozione altrui possa trasformarsi anche
il condividere.
Anche
Laura Boella, durante una conferenza al Festival della Filosofia del
2009, sottolinea l'importanza di “trasformare” l'empatia in
altruismo. Secondo la docente di filosofia l'altruismo, anzi la
mancanza di questo rappresenta la piaga della società. In
particolare occorre mettere l'altruismo come punto centrale delle
nostre democrazie per svilluppare una politica che sia davvero
democratica. Se per Democrazia possiamo intendere la condivisione di
uno spazio pubblico, la messa in comune di passione e azione allora
l'altruismo diviene in quest'ottica il punto focale.
La
politica pertanto dovrebbe indirizzarsi verso un'azione di
condivisione del valore del comportamento pro-sociale come
consapevolezza dell'esistenza dell'altro al nostro fianco, inteso sia
come nostro simile che come diverso. Occorre quindi agire verso
l'altro.
Fonti:
In parte tutto si sviluppa in relazione-questa società e tale perchè è società,fatta di più soggetti
RispondiEliminaun unico individuo in un ambiente naturale senza suoi simili svilupperebbe linguaggi differenti a quelli umani ,un elemento antropologico che dimostra ,ipoteticamente il nascere dei linguaggi.il mondo esterno ciò che vediamo è la trasformazione del linguaggio, i neuroni a specchio hanno in una società evoluta anche elementi legati alla memoria e agli elementi di nucleo famigliare comportamentale.