giovedì 15 novembre 2012

Cosa sono i neuroni specchio?



Alle volte dietro ad una grande scoperta c'è una casualità o un errore.
È proprio quello che è avvenuto nella scoperta di questo particolare tipo di neuroni.
A cavallo tra gli anni '80 e '90 un gruppo di ricercatori dell'Università di Parma con a capo Giacomo Rizzolatti, mentre si stava dedicando allo studio della corteccia premotoria di un macaco attraverso l'uso di elettrodi, scoprì una cosa sorprendente. Durante tale esperimento uno dei ricercatori stava prendendo un frutto per degli esperimenti successivi, quando all'improvviso il cervello della scimmia, in un'area che fino ad allora si pensava si attivasse solo per funzioni motorie, diede un segnale: alcuni neuroni reagirono.
Si arrivò alla conclusione che questi neuroni si attivino quando le scimmie compiono certe azioni, ma anche quando esse vedono compiere da altri la stessa specifica azione. Si ipotizzò pertanto che i neuroni specchio si comportino da veri e propri mediatori nella comprensione del comportamento altrui.
Un cucciolo di macaco imita le espressioni facciali umane
Fonte: Wikipedia

Oramai sono passati più di vent'anni e ancora si sta parlando di neuroni specchio. Quello che ci interessa non è tanto l'esistenza di questo tipo di neuroni nelle scimmie, quanto nell'uomo.
Studi successivi sembrano aver dimostrato l'esistenza di questo tipo particolare di neuroni non solo nei primati ma anche negli uomini. Finalmente nel 1996 gli stessi ricercatori dell'Università di Parma coniarono l'espressione “ neuroni specchio”, dopo aver pubblicato una serie di articoli scientifici e aver effettuato degli esperimenti “ di conferma”.
Mentre nelle scimmie si possono osservare i singoli neuroni, nell'uomo si possono esaminare le attivazioni solo attraverso variazioni nel flusso sanguigno dovute ad esse, pertanto il riconoscimento dei neuroni è difficile e causa di perplessità circa la loro effettiva esistenza. Tuttavia studi condotti attraverso molteplici tecniche, quali la risonanza magnetica funzionale (fMRI), la stimolazione magnetica transcranica (TMS) e l'elettroencefalografia (EEG), hanno confermato l'ipotesi dell'esistenza nell'uomo.
Queste cellule sono distribuite in alcune zone chiave del cervello, quali la corteccia prefrontale, le aree parietali inferiori che sono associate al movimento e alla percezione (nonchè centro linguaggio), il luogo parietale posteriore il solco temporale superiore e nell'insula, che sono le regioni del cervello corrispondenti alla capacità umana di cogliere i sentimenti altrui di comprenderne le intenzioni, oltre che usare il linguaggio.
Anatomia del cervello umano
Fonte: http://digilander.libero.it/Cicerone80/P_popup%20il%20cervello%20umano.htm

I neuroni specchio permettono di spiegare fisiologicamente la nostra capacità di porci in relazione con gli altri. Si attivano non solo quando compiamo un determinato comportamento ma anche quando osserviamo gli altri compierlo.
L'uomo pertanto ripercorrerebbe nella sua mente l'azione che ha visto, cioè la imiterebbe e ne comprenderebbe pure il significato. In questo modo il bambino imparerebbe ad esempio a sorridere e a sbadigliare.
I mirror neurons si attivano non solo con l'azione ma anche con il linguaggio: ad esempio, quando una persona ascolta frasi che descrivano azioni, come se fosse lei stessa a compierla.
Oltre a queste implicazioni, da alcuni esperimenti emerge che i neuroni svolgano un ruolo importante anche per quanto concerne l'empatia: cioè si dovrebbero attivare quando osserviamo una persona provare emozioni.
Dai primi esperimenti di Rizzolatti ad oggi si è molto dibattuto sull'esistenza o meno dei mirror neurons, sulle effettive capacità empatiche di questi.
La scoperta dei neuroni specchio potrebbe offrire una spiegazione biologica per almeno alcune forme di autismo, come, ad esempio, la sindrome di Asperger: in effetti, gli esperimenti finora condotti in tal senso sembrerebbero indicare un ridotto funzionamento di questo tipo di neuroni nei bambini autistici.
L'esistenza dei neuroni specchio prospetta la necessità di una profonda modifica nelle attuali concezioni riguardanti il modo di operare della nostra mente, implica cioè un drastico ridimensionamento del modello di mente prospettato dalla psicologia cognitivista.
Tuttavia dobbiamo ricordare che non tutti gli neuroscienziati sono concordi nell'accettare la presunta esistenza di questa particolare forma di neuroni.
In questi anni si è aperto un dibattito acceso, che vede lo sviluppo da una parte di una serie di esperimenti che sostengono l'esistenza dei neuroni specchio, mentre dall'altra esperti che criticano aspramente questa scoperta in particolare le critiche si soffermano maggiormente sulle metodologie utilizzate durante gli esperimenti. 

Fonti:

7 commenti:

  1. Neuroni che si attivano senza effettuare alcuna attività motoria erano ipotizzati già nella protoera eegrafica (effetto Berger) o dai clinici che hanno individuato la "S. dell'arto fantasma"
    S. Italo

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  2. nhikejfikrjhnfikrhngkfdzzjoraemjuikrdfhnergfijndfki

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